In aumento annunci immobiliari e rogiti per case in vendita in modalità rent to buy

«Possibilità di affitto con riscatto». «Proponiamo rent to buy». Gli annunci di vendita che aggiungono simili incisi sono aumentati negli ultimi anni in risposta alle difficoltà di ripresa del mercato immobiliare. Si propone sempre più la via di combinare un contratto di affitto a uno di vendita, aggiornando vecchie formule o inventandone di nuove: se non riesco a cedere l’immobile, consento a chi è interessato di goderne subito, con l’impegno (obbligo o facoltà) di acquisirne la proprietà entro qualche anno, imputando i canoni versati – o una loro quota – a pagamento di una parte di prezzo.

Il decreto Sblocca Italia prevede ora una «disciplina dei contratti di godimento in funzione della successiva alienazione di immobili», per eliminarne le incertezze normative (vedi articolo a lato). Certo si potrà continuare, come prima, a combinare più contratti, ma la codificazione della formula punta anche a rilanciare gli accordi, che al momento rimangono difficilmente misurabili. Confedilizia ha al proposito già stilato un contratto-tipo di rent to buy, elaborato dall’ufficio legale sulla base del decreto e richiedibile presso le sue associazioni territoriali.

Quanto alla “generica” disponibilità al rent to buy, i numeri sono ancora in ascesa: il sito Kijiji segnala ad esempio che negli ultimi tre mesi questo tipo di annunci è aumentato del 23 per cento. Negli ultimi due-tre anni è stato comunque sempre un susseguirsi di “boom” di offerte. Ma quante si traducano in accordi è un altro discorso. «Il fenomeno è in ascesa, ma ancora circoscritto – osserva Vincenzo de Tommaso, responsabile dell’ufficio studi Idealista.it –. È vero che secondo i nostri dati l’offerta di case in rent to buy è più che triplicata negli ultimi due anni. Ma si tratta di numeri piccoli, a oggi circa 1.800 annunci, che rappresentano meno dell’1% dell’offerta del portale. La formula viene proposta soprattutto per le case di nuova costruzione, in genere abitazioni di 2-3 locali». Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna sono le regioni pilota; anche se crescono Toscana e Lazio. In media si tratta di appartamenti di 90 mq, con un prezzo richiesto di 170mila euro.

Nel residenziale, secondo l’ufficio studi di Immobiliare.it, il 64% degli annunci di rent to buy si riferisce ad abitazioni nuove o in pronta consegna; il 28% a quelle appena ristrutturate e quindi comparabili al nuovo. Il 65% degli immobili si trova nelle regioni del nord, il 30% al centro e solo il 5% al sud. La formula – sottolineano – è proposta soprattutto da costruttori interessati a piazzare più immobili nello stesso complesso, perché implica una conoscenza approfondita dell’impianto normativo e una solidità economica che consenta di fatto di prolungare l’iter della compravendita.

La presunta diffidenza dei privati è superabile con servizi di consulenza e supporto specializzati. In Italia, la rete Rent to Buy Consulting dichiara di aver concluso oltre un centinaio di contratti (diversi già a rogito), con una progressione che dimostra il crescente interesse per lo strumento (50% delle firme nel 2014). E anzi il fondatore, Andrea Russo, che rivendica «l’assenza di fallimenti delle operazioni», afferma di lavorare più con i privati che con i costruttori, «che chiedono di solito un acconto e un canone di locazione più elevati proprio perché offrono immobili nuovi». In teoria il rent to buy aiuta in primis i costruttori, che devono smaltire l’invenduto: ma non si può nascondere – denunciano gli operatori – che spesso sia usato come pura leva di marketing, per attirare clientela e proporre poi altre soluzioni. La Ducale, società di sviluppo immobiliare del gruppo Tecnocasa, ha avviato i primi contratti di rent to buy nel 2011 e da allora ne ha sottoscritti 62, di cui 12 già andati a rogito. «Il bilancio è positivo – dice il responsabile commerciale Alberto Girino – ma abbiamo deciso di riposizionarci con prezzi più convenienti e quindi abbandonare le offerte di rent to buy: perché se abbasso il costo non posso “rimanere fuori” per tre anni. Il rent to buy ha senso solo in un approccio strategico di costanza di prezzo».

alia



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